I racconti

Le storie degli alunni e degli studenti accolti e quelle delle scuole “accoglienti”

Gli Uffici Scolastici Regionali e/o le istituzione scolastiche sono invitate a segnalare le buone prassi di accoglienza all’indirizzo: comunicazione.istituzionale@istruzione.it.

Un lungo viaggio da Berdiansk, nel sud dell’Ucraina, fino all’Italia. Così 115 bambine e bambini provenienti dall’orfanotrofio di Berdiansk hanno trovato una meravigliosa accoglienza in provincia di Bergamo.

Partiti dalla piccola cittadina ucraina sotto occupazione militare russa, bambine e bambini insieme a otto accompagnatori e alla vicedirettrice dell’istituto, si sono messi in viaggio alla ricerca di un luogo sicuro in cui poter continuare a crescere, lasciandosi alle spalle la loro terra seppur nella speranza di poterci tornare presto. Alcuni volontari provenienti dall’Italia poi hanno messo a disposizione i propri mezzi per assicurare ai piccoli un nuovo futuro, spinti solo dall’irrefrenabile desiderio di aiutare e dare il proprio supporto ai bambini in fuga dalla guerra.

Arrivati a Palosco, le bambine e i bambini hanno potuto riposarsi e rifocillarsi dal viaggio e si sono lasciati trasportare dalla tranquillità ritrovata e dal gioco. In seguito, sono stati suddivisi in due gruppi: i più piccoli, di 5 e 6 anni, assieme ai loro accompagnatori, sono andati a Pontida mentre i più grandi hanno trovato accoglienza nei comuni limitrofi di Bedulita e Rota D’Imagna, un paesino, quest’ultimo, di circa 900 abitanti che gestisce l’accoglienza della maggior parte dei giovani orfani.

Bambini e ragazzi sono stati inseriti nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Gli studenti più grandi, invece, hanno frequentato le attività di formazione a distanza da alcuni locali messi a disposizione dalle amministrazioni e dagli enti locali.

“Abbiamo creato dei gruppi per fasce d’età e sulla base degli spazi che avevamo a disposizione”, spiega Marzia Arrigoni, Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Sant'Omobono Terme. “I bambini frequentano, per adesso, solo le ore del mattino e le loro attività sono organizzate con un’ora di alfabetizzazione sulla lingua italiana, condotta da mediatori culturali e da volontari, e due ore di formazione a distanza. Per l’inizio del prossimo anno scolastico, l’intenzione è quella di migliorare il sistema di strutturazione delle classi. Abbiamo lavorato per capire come indirizzare le ragazze e i ragazzi, a seconda delle loro necessità e delle loro passioni, e per inserire nel sistema scolastico anche i più grandi che hanno usufruito della formazione a distanza. La nostra scuola ha collaborato con la comunità per trovare le migliori soluzioni e tutti si sono impegnati per garantire a queste ragazze e a questi ragazzi un futuro migliore”.

 


“Quattro mesi fa sono arrivata in Italia perché in Ucraina è scoppiata la guerra. È difficile realizzare che la vita non sarà più quella di prima. Una delle prime sensazioni che sorse in me dopo lo scoppio della guerra fu la paura di non avere più nessuna certezza per il futuro. Vedere le immagini della propria città distrutta e, con essa, tutti i miei bei ricordi è davvero devastante. Parte della mia famiglia è lì e fortunatamente ho ancora contatti con loro. Ora che sono qui in Italia devo ricominciare tutto da capo, a partire dalla lingua. In seguito, vorrei continuare i miei studi artistici, data la mia passione per l’arte”.
A parlare, in un video, è una studentessa ucraina di 17 anni del Liceo Duni-Levi di Matera, giunta in Italia in seguito all’occupazione russa e subito accolta dalla comunità scolastica. La testimonianza è stata raccolta all’interno del progetto “La mappa delle cicatrici importanti”, sviluppato all’interno di “Terzo Paradiso 2030”, il progetto ispirato dal lavoro di Michelangelo Pistoletto e promosso dal Ministero dell’Istruzione per la realizzazione di azioni di potenziamento delle competenze digitali e di cittadinanza degli studenti attraverso metodologie didattiche innovative. Durante le fasi finali del progetto dell’istituto Duni-Levi di Matera, hanno partecipato cinque squadre per praticare il Kintsugi (letteralmente "riparare con l'oro"), la tecnica giapponese che ha come obiettivo quello di valorizzare le crepe delle tazze di ceramica rotte utilizzando polvere d’oro, per evidenziare e rendere affascinante un difetto.
La studentessa ucraina non solo è stata coinvolta nel progetto, ma ne è diventata protagonista. È stato così realizzato un video che testimonia la sua esperienza. Il filmato, di circa un minuto, in lingua ucraina sottotitolata, mostra il profilo in ombra della studentessa che racconta il suo viaggio verso l’Italia, le emozioni e le sensazioni nel vedere le immagini della propria terra attaccata dalle forze russe, il percorso di integrazione nel sistema sociale italiano e i suoi progetti futuri. Sullo sfondo si intuisce il dolore, la paura e l’insicurezza che ha dovuto affrontare.
Il video della studentessa è disponibile al seguente link:
https://www.terzoparadiso2030.org/noi/la-mappa-delle-cicatrici-importanti/

 

C’è aria di festa nella Scuola primaria “Tancredi” dell’Istituto Comprensivo Tancredi-Amicarelli di Foggia. È il 25 marzo 2022 e tutta la comunità scolastica è pronta per accogliere Oleksander e Glib, due fratellini ucraini di 8 e 9 anni. Tante bandierine sventolano animatamente: le bambine e i bambini mostrano con orgoglio il tricolore a fianco dei colori dell’Ucraina. Coccarde e cuori gialli, azzurri preparati e indossati dagli studenti colorano la mattinata insieme alle forti emozioni di un giorno decisamente diverso dal solito. Scatti fotografici, emozioni, sorrisi resteranno impressi per sempre nella memoria di tutte le studentesse e degli studenti, che si sono mostrati orgogliosi di dare il proprio contributo all’accoglienza di ragazze e ragazzi in fuga dai territori coinvolti nella guerra in atto.

Dopo le presentazioni, da parte della Dirigente scolastica, Oleksander e Glib sono stati inseriti nelle rispettive classi dove hanno potuto iniziare le lezioni. Le bambine e i bambini hanno immediatamente accolto i nuovi arrivati facendoli sentire a casa e mostrando un senso di comunità consapevole.

In questi mesi, le insegnanti dei due bambini stanno utilizzando tutti i mezzi tecnologici a disposizione per superare la barriera linguistica. Grazie anche all’aiuto di tutta la comunità cittadina stanno fornendo ai due fratellini tutto il materiale necessario agli studi: un percorso certamente non facile, ma lodevole, al fine di farli sentire al sicuro nella comunità scolastica, protagonista da sempre di esempi virtuosi di accoglienza e solidarietà.

 


L’accoglienza delle ragazze e dei ragazzi ucraini passa anche per Chieti, dove alunni e insegnanti dell’Istituto Comprensivo 1 hanno aperto, con affetto, le porte della scuola. Un segnale di pace, fortemente voluto dalla Dirigente scolastica Grazia Angeloni, che ha portato, in poco tempo, a creare un caloroso comitato di benvenuto per accogliere Anastasia e Nikita, di 5 anni, Maxim, di 9, e Danilo, di 11.

Alla notizia dell’arrivo delle nuove compagne e dei nuovi compagni provenienti dall’Ucraina, gli studenti hanno preteso di restare nelle aule oltre l’orario scolastico per realizzare disegni e bandiere da esporre all’ingresso dell’istituto, imparare le prime formule di saluto in lingua ucraina e russa e perfezionare l’inno ucraino per cantarlo durante l’evento di accoglienza.

Le studentesse e gli studenti ucraini, ancora provati dal contesto di guerra – tanto da allarmarsi per il passaggio di un aereo in cielo – sono stati affettuosamente rassicurati in un clima di accoglienza e ospitalità. Il sentimento di timore, generato dall’impatto con un nuovo ambiente sociale e culturale, e la paura di non essere ancora abbastanza lontani dagli orrori subiti, hanno lasciato spazio alla curiosità e alla gioia nel partecipare all’evento di accoglienza che la scuola ha preparato per loro.

“Viva la diversità culturale, che è sempre la risorsa primaria per tutti i contesti sociali e quindi anche per le scuole”, ha detto la Dirigente scolastica Grazia Angeloni. All’evento hanno partecipato anche il sindaco di Chieti, Diego Ferrara, e l’assessore alla Pubblica Istruzione Teresa Giammarino, che hanno espresso soddisfazione e l’intento di poter replicare l’iniziativa in tutte le scuole del territorio. Per questi bambini è iniziato un percorso nuovo: è bello vedere il modo in cui i loro coetanei li hanno accolti.

Mossi dalla volontà di farli sentire a casa, la dirigente scolastica e i docenti dell’istituto si sono immediatamente mobilitati per revisionare il Regolamento d’istituto al fine di personalizzare i piani di apprendimento e superare la barriera linguistica. È importante, fin da subito, adottare un sistema di monitoraggio dei livelli di apprendimento che consenta una valutazione specifica. Per risolvere il problema linguistico, invece, è stato adottato un progetto formativo insieme al Dipartimento di Lingue e culture straniere dell’Università degli Studi di Chieti e Pescara “Gabriele D’Annunzio”, che ha messo a disposizione tirocinanti come mediatori linguistici e culturali. L’obiettivo del progetto è quello di inserire gli studenti ucraini in gruppi di supporto per facilitare l’apprendimento dell’italiano e potenziare le competenze linguistiche dei nuovi arrivati.

Di grande aiuto è stata, infine, la chiesa ortodossa di Chieti, che ha messo a disposizione dell’Istituto scolastico due volontarie ucraine con lo scopo di ottimizzare il sistema di integrazione sociale e culturale, dando anche alle famiglie esuli tutto l’aiuto di cui avevano bisogno.