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Ufficio Stampa

Roma, 31 ottobre 2014

Università, firmato il decreto sul Fondo di Finanziamento (FFO)
Oltre il 20% delle risorse per premiare la qualità
Introdotto il costo standard, è il primo caso nella PA
Valorizzata la partecipazione all’Erasmus
Giannini: “Riconosciuti gli sforzi dei virtuosi senza
dimenticare chi opera in contesti difficili”

Rivoluzione nell’assegnazione dei fondi alle università: oltre il 22% delle risorse disponibili quest’anno sarà distribuito sulla base delle performance dei singoli atenei, tra quota premiale, programmazione triennale, dottorati di ricerca, fondo per i giovani e fondo perequativo. È la novità principale contenuta nel decreto di ripartizione del Fondo per il Finanziamento Ordinario (FFO), firmato dal Ministro Stefania Giannini e inviato al vaglio della Corte dei conti, che introduce per la prima volta nel calcolo per la ripartizione delle risorse anche il costo standard di formazione per studente in corso. Si tratta di un caso unico nella Pubblica Amministrazione: l’università si pone al centro di un innovativo sistema di distribuzione dei fondi pubblici che legherà quote sempre più consistenti dei finanziamenti alla qualità dei servizi offerti agli studenti.

Da quest’anno non ci saranno più tetti all’incremento degli stanziamenti destinati agli atenei virtuosi, quelli che hanno aumentato il livello della loro prestazione. E cresce sensibilmente la quota premiale del finanziamento (dal 13,5% del 2013 al 18% del 2014), che sarà distribuita prendendo in considerazione anche l’internazionalizzazione delle università, con particolare attenzione per la partecipazione al programma Erasmus. Il decreto tiene conto degli atenei situati in contesti economicamente più deboli, con clausole di salvaguardia che stabiliscono un tetto massimo di riduzione dei fondi pari al 3,5%, contro il 5% del 2013. Nessuna università scenderà comunque sotto il 2,7%. E in base ai nuovi parametri più della metà degli atenei troverà un segno ‘+’ davanti al proprio finanziamento quest’anno. Un miglioramento che riguarda oltre il 50% delle università del Sud.
“Abbiamo introdotto cambiamenti che consentiranno, da un lato, di premiare i virtuosi e i loro sforzi nel fare innovazione e, dall’altro, di non penalizzare atenei che operano in contesti più svantaggiati”, spiega il Ministro Giannini. Una “distribuzione più equa delle risorse, dunque, ma senza penalizzare chi ha una marcia in più - continua il Ministro - Un quadro che si completa con l’intervento a favore dei giovani ricercatori contenuto nella legge di stabilità che offre una maggiore flessibilità nelle assunzioni a chi ha i bilanci in regola”.

Fondi agli atenei, cosa cambia
Il Fondo di finanziamento ordinario ammonta, per il 2014, a poco più di 7 miliardi di euro (7.010.580.532). Il 18% di queste risorse (1.215.000.000) è assegnato alla cosiddetta quota premiale su cui pesano i risultati conseguiti nella valutazione della ricerca (per il 70%), la valutazione delle politiche di reclutamento (20%), i risultati della didattica con specifico riferimento alle aperture internazionali (10%). Anche altri stanziamenti come il fondo per i dottorati, quello per il sostegno ai giovani e il piano triennale delle università (per complessivi 259.296.174 euro) vengono ripartiti attraverso criteri meritocratici. Così come il fondo perequativo, che per l’85% premia l’accelerazione del riequilibrio fra gli atenei. Una fetta della quota base dell’FFO è poi assegnata, per 1 miliardo circa, in base al costo standard di formazione per studente in corso. Un sistema inedito che punta ad agganciare lo stanziamento delle risorse non più a criteri storici, ma alla qualità e alla tipologia dei servizi offerti agli studenti. Il costo standard, che è oggetto di un apposito decreto Miur-Mef, viene calcolato attraverso una formula che mette in relazione i costi che gli atenei sostengono per i diversi corsi di studio (costi dei docenti, degli amministrativi e tecnici, di funzionamento) alla popolazione studentesca in corso. Per evitare sperequazioni è previsto un correttivo territoriale basato sul contesto economico. Si tiene conto anche della capacità contributiva reale degli studenti a partire dai redditi medi regionali pubblicati da Istat.

Il decreto conferma anche quest’anno i 5 milioni di euro destinati al Programma “Rita Levi Montalcini” che ha lo scopo di richiamare studiosi italiani e stranieri che lavorano all’estero. A favore degli studenti ci sono 6 milioni di euro per il sostegno ai diversamente abili e 500.000 euro per i dislessici. E’ poi previsto un fondo di 15,7 milioni di euro a sostegno delle università che sono sede di ex Policlinici universitari a gestione diretta. Anche quest’anno ci sarà uno stanziamento per la promozione delle lauree scientifiche.