Roma, 12 novembre 2009
Ricerca, Cdm approva riordino degli Enti.
Gelmini: “Strutture più snelle, maggiori rapporti con il mondo produttivo e nomine lontane da logiche politiche”.
Questa mattina il Consiglio dei ministri ha approvato il riordino degli Enti di Ricerca. Il provvedimento ha l’obiettivo di razionalizzare e rilanciare un settore decisivo per lo sviluppo economico del Paese.
“Grazie a questo provvedimento - ha affermato il ministro Mariastella Gelmini - riusciremo a snellire gli Enti di Ricerca, a renderli meno burocratici e più vicini alle esigenze del mondo produttivo. Abbiamo messo mano - ha aggiunto il ministro - anche all’organizzazione interna per garantire nomine più trasparenti e quanto più possibile lontane da logiche politiche. E come già fatto per l’università distribuiremo risorse sulla base del merito, riservando già dal primo anno il 7% dei fondi ai progetti speciali”.
Le linee ispiratrici:
- Riconoscere un’ampia autonomia statutaria e un nuovo sistema di finanziamento degli enti legato alla valutazione e al merito;
- Costituire un sistema nazionale degli enti di ricerca per favorire la collaborazione e l’integrazione tra strutture che lavorano su temi complementari;
- Stimolare la sinergia tra gli Enti di Ricerca, l’università e le imprese.
Le principali novità del provvedimento:
- Come per l’università, una parte delle risorse sarà distribuita sulla base di criteri meritocratici. Per il primo anno il 7% dei fondi sarà destinata al finanziamento di progetti speciali. Questa quota potrà aumentare nei prossimi anni;
- Riconoscere e valorizzare il merito eccezionale. Una risposta concreta alla “fuga dei cervelli”:
- Tutti gli Enti di Ricerca potranno assumere ricercatori italiani o stranieri che hanno conseguito risultati eccezionali negli ambiti disciplinari. L’assunzione sarà per chiamata diretta e non potrà superare il 3% del personale.
- Si introduce il concetto di infrastruttura di ricerca, una nuova modalità di organizzare le risorse destinate al supporto della ricerca e dello sviluppo sperimentale;
- Si introducono nuovi strumenti di finanziamento e partecipazione al capitale di rischio, anche per reperire e attrarre risorse dai privati:
- Gli enti potranno promuovere o concorrere alla costituzione e alla partecipazione di fondi di investimento (pubblici o privati) per realizzare programmi e progetti di trasferimento tecnologico;
- Si potranno realizzare iniziative di spin-off industriale, anche in collaborazione con il sistema universitario.
Come cambia l’organizzazione degli enti:
- Si riduce il numero dei componenti degli organi di amministrazione e gestione degli enti:
- 5 membri per gli enti principali (ASI, CNR, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, INAF e INGV);
- 3 per tutti gli altri.
- Agli organi di amministrazione si affiancheranno consigli tecnico-scientifici snelli e qualificati per assicurare uno stretto rapporto tra gli enti e il mondo scientifico e produttivo;
- la selezione dei presidenti e dei componenti dei consigli di amministrazione avverrà attraverso una procedura pubblica:
- i candidati saranno selezionati da un apposito comitato costituito da esperti di levatura scientifica nazionale e internazionale;
- sarà assicurata una adeguata rappresentanza della comunità scientifica.
Gli obiettivi dei provvedimenti per l’autonomia regolamentare:
- Snellire e migliorare l’efficienza gestionale;
- Assicurare la separazione tra i compiti di programmazione e di indirizzo strategico, competenze e responsabilità di gestione, funzioni valutative e di controllo;
- Rendere più forte il ruolo e la responsabilizzazione della dirigenza;
- Ridurre la burocratizzazione e incentivare economie di scala.
Come cambia il contesto di riferimento:
- I piani e gli investimenti dei singoli Enti dovranno essere coerenti con il Programma Nazionale della Ricerca, che diventa quindi lo strumento guida;
- Sarà incentivato un rapporto più intenso e motivato con il settore produttivo;
- Le attività degli enti dovranno inserirsi nel contesto degli obiettivi strategici dello sviluppo sostenibile definiti in sede europea e internazionale;
Nell’ambito di questo nuovo contesto gli Enti saranno chiamati a redigere documenti di pianificazione triennale (veri e propri business-plan della ricerca che evidenziano costi, ricavi e risultati attesi) a un documento di visione strategica che inquadrerà tutte le attività, anche in una prospettiva di medio-lungo periodo